La scelta di una idea della mente umana è una scelta di grande rilevanza culturale, politica e sociale.
J.Bruner
Parlare di bambini e bambine significa da sempre, nel progetto educativo, parlare di uomini, di donne: una scelta antropologica di immagine di umanità. Quindi riconoscere i diritti dei bambini e delle bambine fin dalla nascita significa riconoscere i diritti degli esseri umani, tutti.
Una sfida globale da rinnovare ogni giorno perché alimenta una giusta e solidale interrelazione tra politica e pedagogia.
La cultura dell’infanzia nel mondo è una cultura a volte negata o inesistente: molte sono nel le situazioni di povertà educativa, di fragilità, di vulnerabilità. Ma è proprio partendo dall’infanzia che i paesi possono immaginare la scuola come luogo in cui la comunità si prende cura di se stessa e delle sue culture.
Ogni bambino, ogni bambina, come ogni essere umano, è costruttore attivo di saperi, di competenze e di autonomie, attraverso originali processi di apprendimento che caratterizzano tutta la vita. Percorsi di crescita soggettivi, ma anche sempre relazionali con una sensibilità ecologica verso gli altri e verso il pianeta.
Una prospettiva generativa e ottimista sulle relazioni degli esseri umani con il mondo tutto: dal punto di vista ambientale, sociale, culturale, antropologico, economico, politico.
Allo stesso tempo, ogni bambino, ogni bambina, così come ogni essere umano è soggetto di diritti, in particolare del diritto al rispetto e alla valorizzazione della propria identità, unicità, differenza e differenze, nella sua appartenenza e interdipendenza con l’umanità.